Comunicazione Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri.

Gentilissimi,
quale presidente dell’Associazione La Mano, con sede in Napoli alla via Calata San Marco, 4, con nota del 22.03.2020 di medesimo tenore, già esprimevo al Presidente del Consiglio ed al Ministro della Salute, la profonda preoccupazione in merito alla modalità gestionale dell’attività lavorativa degli operatori sanitari che, in questa situazione emergenziale, con il loro insostituibile contributo, che si concretizza nel salvataggio di vite umane, stanno sostenendo stoicamente ed, aggiungo, eroicamente il sistema sanitario e, quindi, le sorti del nostro paese.

I medici e gli operatori sanitari tutti, esposti al virus sviluppano talvolta un’infezione pauci o asintomatica continuando a veicolare, quindi, incoscientemente, l’infezione tra gli operatori sanitari con i quali vengono a contatto nonché agli stessi pazienti che si affidano alle loro cure.

Gli ospedali, pertanto, si trasformano in zone ad alta prevalenza di infettati nei quali nessuna persona contagiata risulta, effettivamente, isolata.
Il rischio di contagio per i pazienti e tra colleghi è altissima così come la certezza di creare dei centri ad alta densità virale che andranno ad implementare il decorso della malattia, con il conseguente collasso delle strutture ospedaliere e l’inevitabile perdita di vite umane.

L’individuazione e l’isolamento dei contagiati, siano essi sintomatici che non, si ritiene che non solo possa essere l’unico mezzo in grado di proteggere dal contagio gli individui e limitare quindi la diffusione della pandemia ma possa incidere sull’evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati. Ai fini, quindi, di bloccare la diffusione del virus risulta necessario individuare, identificare ed isolare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che costituiscono probabilmente la maggiore fonte di malattia. L’isolamento rappresenta, allo stato, l’unico mezzo atto ad arginare la pandemia in corso. Da qui, la necessità di effettuare i tamponi agli operatori sanitari in servizio anche se asintomatici e di assicurarsi che gli stessi siano muniti di mezzi e dispositivi di protezione che siano idonei ad evitare il contagio. Si rileva, inoltre, che gli operatori sanitari, medici ed infermieri, che lavorano, quotidianamente, negli ospedali, nelle case di cura, medici di famiglia, addetti al servizio del 118, risultano spesso privi di idonei ed adeguati DPI. L’inidoneità o la mancanza dei suddetti strumenti di protezione espone l’operatore sanitario a qualsivoglia forma di contagio. A ciò aggiungasi che si sono verificati molti casi nei quali non sono stati rispettati, ad opera di molte strutture sanitarie i prescritti percorsi previsti per il Covid19, nonostante le indicazioni rese in merito all’attuazione delle tempistiche e modalità, nonchè quanto verificatosi nelle regioni del Nord Italia, maggiormente colpite. Alla luce di tutto quanto esposto si chiede che l’Ill.ma Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri voglia sollecitare ed invitare i singoli Ordini Provinciali nei territori di competenza ad ogni azione opportuna ed utile, previo attento monitoraggio, a garantire al personale sanitario l’utilizzo di adeguati dispositivi di sicurezza, nonchè che vengano rispettati i protocolli previsti dalla normativa vigente in materia di trattamento del paziente affetto da Covid19. Si ribadisce che sono molti i casi in cui non è stato previsto ufficialmente un percorso di screening e/o di isolamento che protegga il rischio epidemiologico COVID sia gli stessi operatori che i pazienti (in taluni casi trattasi di pazienti molto fragili perché trapiantati o sottoposti a terapie immunomodulanti).

La burocrazia esistente per praticare tamponi in casi sospetti rende effimero qualsiasi tipo di prevenzione. In taluni casi i medici dedicati ai reparti Covid, vengono impiegati per l’espletamento di turni in convenzione in altre terapie intensive non Covid, diventando, quindi, possibili strumenti di diffusione del contagio, quando siano chiamati ad operare in promiscuità nei due contesti e fra loro, in terapie intensive e/o rianimazioni dove sono ricoverati pazienti ad altissimo rischio di mortalità se sovrainfettati dal virus.

Ed il tutto tacendo in merito ai ritardi nel fermare l’ attività ospedaliera di elezione.

Purtroppo, nonostante il vantaggio dato dalle prime regioni contagiate, la programmazione e riorganizzazione (CHE A NOSTRO MODESTO PARERE È TUTTO) è stata pressochè assente specie in alcuni contesti del Centro – Sud Italia.

Tutto ciò non per alimentare sterili polemiche, bensì al solo fine di delineare programmazioni chiare ed incisive che diano indicazioni alle direzioni strategiche delle varie realtà locali, completamente smarrite ed assenti di fronte a questa emergenzae di incidere sul contenimento dei contagi.

Fiducioso che la presente possa essere uno spunto di riflessione per un intervento decisivo in favore della categoria, si porgono Distinti saluti.

Napoli 25-03-2020